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Ultimo aggiornamento: 14 settembre 2024

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L’Acustica uno strumento che crea benessere

Settembre 2024 - A cura di Luciano Mattevi - Direttore di Inquinamentoacustico.it

 

L’Acustica rappresenta uno dei principali indicatori di percezione di benessere dell’Ambiente e delle Persone, come traspare dai dati forniti in ambito europeo con i fattori di stress che possono determinare dei carichi di malattia su ciascun individuo, a seconda dei livelli di esposizione al rumore nocivi per la salute e per l’equilibrio ecologico naturale (le soglie raccomandate dalla OMS/Europa sono di 50 dB(A) giorno e 40 dB(A) notte). Grazie ai lavori prodotti dallo studio coordinato dall’OMS/Europa con il sostegno del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea (CE), l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha potuto stimare che il rumore ambientale contribuisce ogni anno a causare 48 ml nuovi casi di cardiopatie ischemiche e a produrre oltre 12 ml decessi prematuri. Inoltre, secondo le stime, 22 mln di persone soffrirebbero di elevata irritabilità cronica e più di 6 mln accusano gravi disturbi cronici del sonno. Senza contare che il rumore degli aerei causerebbe una compromissione della capacità di lettura in 12 ml bambini in età scolare (fonte: EEA – www.eea.europa.eu).

Ciascuno di noi può avere occasione di sperimentare quanto, ogni qualvolta veniamo disturbati dal rumore, tali fenomeni degradino la qualità della Vita quotidiana. Traffico, musica, urla, schiamazzi, clacson, sirene, elicotteri che volano a bassa quota, e tanti altri impianti e attività. In questo rumore caotico, cerchiamo di rifugiarci dentro casa o spostarci per un po’ in luoghi isolati (nelle c.d. “Zone silenziose”), anche se pure lì alle volte la situazione non è poi tanto migliore a causa dei rumori dei vicini, di attività svolte con macchine rumorose o di musica anche in ambienti montani di alta quota. Diviene per questo importante il ruolo dell’Acustica e di coloro che detengono un’adeguata professionalità, spesa per cercare di fronteggiare tali disagi, al fine di salvaguardare una risorsa divenuta oramai sempre più rara, quindi preziosa, il Silenzio.

Nel corso di questi anni la Testata si è occupata spesso di tale tematica (L'esperienza del Silenzio, I saperi dell'ascolto, La ricerca del “Silenzio”, Il Suono come Esperienza e Terapia, Ricerchiamo il silenzio e Il silenzio, una risorsa che dobbiamo saper difendere), nel tentativo di far comprendere quanto possa diventare utile trascorrere, almeno un po' di tempo al giorno, nel silenzio. Non solo per trovare pace e armonia in noi stessi, quanto per riuscire ad apprezzare l’ambiente che ci circonda. Nel silenzio, infatti, riusciamo meglio a riordinare le idee, a far lavorare la fantasia o, più semplicemente, anche se basilare per il nostro benessere psicofisico, a riposare. Per questo, il professionista dell’Acustica, in ambito nazionale riconducibile alla figura del Tecnico Competente in Acustica – istituita dall'art. 2, c. 6, della L.447/95 (Legge quadro sull'inquinamento acustico) – riveste un tassello fondamentale, ancorché complesso, per dare attuazione ai programmi di salvaguardia fissati dalla Direttiva 2002/49/CE (c.d. “Direttiva END” – Environmental Noise Directive) relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale, la quale si propone di perseguire un «(omissis) elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente». Ciò potrà trovare riferimento nella realizzazione di soluzioni, scelte o definizione di nuovi modi di operare, mediante i quali il rumore sia contenuto entro valori accettabili e, se altrimenti possibile, entro soglie tollerabili, al fine di salvaguardare il nostro benessere e, conseguentemente, consentirci di conservare un approccio positivo verso la Vita, migliorare le relazioni umane, a partire da quanti sono a noi più prossimi, ovvero ai nostri vicini di casa con i quali siamo, dolenti o nolenti, invitati a rapportarci ed intrattenere buone relazioni.

In occasione del 50° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Acustica (AIA) – svoltosi a Taormina (ME) nei giorni 29-31 maggio scorso – sono stati presentati alcuni lavori, in particolare di quelli relativi ai c.d. “scenari complessi”, ossia quelli nei quali sono presenti contemporaneamente più sorgenti con ambienti difficili da modellizzare, elaborati a corredo di un interessante progetto dal titolo “LIFE SILENT”, partito a settembre 2023, cofinanziato dalla Comunità Europea e coordinato da ANAS S.p.A. (www.stradeanas.it/it/life-silent), con il partenariato di RFI, ITALFERR, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente Toscana (ARPAT), Università degli studi di Bologna, Università degli studi di Reggio Calabria, MOPI - Società italiana per la ricerca applicata e lo sviluppo di nuovi materiali e Consorzio TEBAID - Consorzio dell’Università di Cosenza per le tecnologie biomediche avanzate.

L’obiettivo del progetto è quello di introdurre degli approcci innovativi alla riduzione del rumore, mediante lo sviluppo e l’implementazione di pavimentazioni a basso rumore e barriere antirumore di ridotta altezza per le ferrovie, anche mediante l’impiego di metamateriali acustici e cercando di massimizzare l’impiego di materiali riciclati.

Appare perciò chiaro che, chi ancora conserva l'idea che l’Acustica ricopra un ruolo marginale nella nostra Vita, si sbaglia di grosso, poiché dimentica che il rumore rappresenta il “veleno” che limita e, alle volte, inibisce le necessità fondamentali dell’individuo, quali dormire o godere di una Vita domestica serena, riconosciuti dalla Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea fra i diritti all’integrità della persona e rispetto della vita privata, la cui carenza può costituire l'inizio di forme di disagio assai più gravi, comprese quelle di alterare l’equilibrio psicofisico e mancanza di autostima, i quali rappresentano i primi tiepidi segnali circa l’insorgere di forme depressive che, se non ovviate, possono via via generare conseguenze sempre più gravi, come pare dimostrare un recente studio, pubblicato su PubMed, dal titolo "Esposizione all'inquinamento atmosferico e acustico nella prima infanzia e salute mentale dall'adolescenza alla prima età adulta" che esamina le associazioni longitudinali tra l'esposizione all'inquinamento atmosferico e acustico in gravidanza, nell'infanzia e nell'adolescenza e le esperienze psicotiche, la depressione e l'ansia nei giovani di età compresa tra 13 e 24 anni. Disattendere tali basilari elementi significa attuare quel circolo perverso che porta lentamente ed inesorabilmente ad assuefarsi, il che ci rende, comunque, responsabili, dacché “l’abitudine genera rassegnazione, la rassegnazione genera apatia, l’apatia genera inerzia, l’inerzia genera indifferenza. Ed oltre ad impedire il giudizio morale, l’indifferenza soffoca l’istinto di autodifesa. Quello che induce a difendersi, a battersi” (Oriana Fallaci). A noi dunque la scelta, ricordando che per cambiare le cose non bastano le parole, sono necessari anche i fatti.

 

 

 

 

 

 

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