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L'esperienza del SilenzioLuglio 2024 - A cura di Inquinamentoacustico.it - In ricordo di Tiziano Terzani (1938 - 2004)
Ci sono persone che si rivelano precursori del proprio tempo, che sanno esprimere i mali che affliggono la società. Queste persone, spesso bistrattate in vita, diventano dei fari dopo la loro morte, illuminando il cammino di quanti vedono attorno a Sé il buio o hanno, momentaneamente, smarrito la strada maestra. Tra questi, rientra certamente la figura di Tiziano Terzani (giornalista e scrittore), il quale attraverso un'analisi introspettiva della Vita ha saputo regalare all'umanità un'interpretazione dei principali capisaldi attorno ai quali l'esistenza di ciascun individuo ruota. Tra questi, il ruolo ed il significato del "Silenzio". Per questo, la Redazione di Inquinamentoacustico.it desidera commemorare l'uomo che ci ha fatto ricordare l'importanza del Sé, a vent'anni dalla Sua scomparsa, avvenuta il 28 luglio 2004 a Orsigna (Pistoia), con un Suo brano dal titolo "L'esperienza del Silenzio" tratto dall'audiolibro "Ultimo giorno di giostra". Buona lettura! "C’era qualcosa lassù che col passare del tempo divenne per me sempre più importante…il Silenzio. E’ un’esperienza cui non siamo più abituati. Lassù faceva da sottofondo a tutte le esperienze. C’erano vari silenzi e ognuno aveva le sue qualità. Di giorno il silenzio era la somma del cinguettare degli uccelli e del gridare degli animali, del soffiare del vento su cui non compariva mai un suono che non venisse dalla Natura. Non il rumore di un motore, né quello prodotto da un uomo. Di notte, il silenzio era un unico sordo rimbombo che usciva dalle viscere della Terra, attraversava i muri ed entrava dappertutto. Il Silenzio lassù era un Suono, un simbolo dell’armonia dei contrari a cui aspiravo. I mie orecchi, mi accorgevo, non sentivano assolutamente nulla, ma quel rimbombo era fuori, dentro la mia testa. La Voce di Dio…la musica delle sfere. Stando in ascolto anch’io cercavo di definirlo, immaginavo solo un enorme pesce che cantava sul fondo del mare…meraviglioso il Silenzio! Eppure noi moderni, forse perché lo identifichiamo con la morte, lo evitiamo, ne abbiamo quasi paura. Abbiamo perso l’abitudine a stare zitti e a stare soli. Se abbiamo un problema, se ci sentiamo prendere dallo sgomento, preferiamo correre a frastornarci con un qualche rumore, a mischiarci a una folla, invece che metterci da parte in silenzio a riflettere…uno sbaglio, perché il silenzio è l’esperienza originaria dell’Uomo. Senza silenzio non c’è parola, non c’è musica. Senza silenzio non si sente. Solo nel silenzio è possibile tornare in sintonia con noi stessi, ritrovare il legame con il nostro corpo e tutto quello che ci sta dietro. Da tempo predicavo, a chi mi voleva ascoltare, la santità del silenzio, finché fra le vecchie storie indiane ne avevo trovate una che, in poche parole, spiega tutto. Un Re va’ da un famoso Rishi nella foresta. Dimmi, qual è la natura del Sé chiese. Il vecchio lo guarda e non risponde. Il Re ripete la domanda, il Rishi non risponde. Allora il Re chiede ancora la stessa cosa, ma il Rishi resta muto. Il Re si arrabbia e urla: io chiedo e tu non rispondi? Tre volte ti ho risposto, ma tu non stai a sentire, dice calmo il Rishi. La natura del Sé è il Silenzio. Ramana Maharshi mistico indiano (…) soleva dire: Ci sono vari modi di comunicare con qualcuno: toccandolo, parlandogli, ma soprattutto, col silenzio. (…) Una mente silenziosa non vuol dire una mente senza pensieri. Vuol dire che i pensieri avvengono in quella quiete e possono essere meglio osservati. Possono essere pensati meglio. Mai come oggi il mondo avrebbe bisogno di maestri di silenzio, e mai come oggi ce ne sono così pochi. Bisognerebbe averli nelle scuole. Ore 10, lezione di silenzio. Una lezione difficile perché sintonizzati come siamo sulla costante cacofonia della Vita nelle città, non riusciamo più a sentire il silenzio…eppure varrebbe la pena provare. Se da ragazzo mi avessero insegnato la filosofia cominciando a farmi star zitto col chiedermi chi ero, avrei forse finito per capire qualcosa. Se non altro che tutte quelle teorie avevano un rapporto con la mia Vita ed erano meno noiose di come me le facevano apparire".
Grazie Tiziano!
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