Il Comune è
responsabile e deve intervenire
sulla sorgente antropica per immissioni sonore
intollerabili provenienti dai locali e dalla pubblica via
Febbraio
2025 - A cura dell'Avv. Luca Bridi -
Patrocinante in Cassazione e Presidente del Foro immobiliare sez. Milano
Di conseguenza, stante la violazione di diritti primari della costituzione
(diritto alla salute e diritto al normale svolgimento della vita familiare),
l'ente è responsabile del risarcimento del danno.
Gli attori, premettendo di essere tutti residenti in un comune campano,
esponevano di subire un gravissimo perturbamento della vivibilità delle loro
case, a causa dell'inquinamento acustico derivante dall'assembrarsi, di
notte, nella piazza e nelle strade adiacenti, di migliaia di giovani intenti nel
sostare davanti agli esercizi di somministrazione di bevande, dall'utilizzo da
parte di questi ultimi di impianti elettroacustici di elevata potenza per
attirare la clientela, nonché dallo svolgimento in strada sia di veri e propri
festeggiamenti, sia di esibizioni caratterizzate dall'uso di tamburi. Gli
istanti esponevano, altresì, che a causa di tale inquinamento acustico, subivano
immissioni intollerabili ex art. 844 c.c., lesive del proprio
diritto al pacifico godimento degli immobili di cui sono proprietari oltre che
del diritto alla salute, donde l'introduzione del presente giudizio per invocare
una tutela non solo inibitoria, ma anche risarcitoria.
Il giudice del Tribunale di Napoli disponeva in sede istruttoria idonea CTU e
allo stesso tempo ammetteva la prova orale.
Dalle risultanze dell'analisi fonometrica effettuata durante le operazioni
peritali si evidenziava che l'area in cui insistono le unità immobiliari dei
ricorrenti, sia in orario diurno che in quello notturno, presentava un
clima acustico fortemente caratterizzato dalla presenza umana, dalla
operatività diverse attività di somministrazione che si sviluppano sia
internamente che esternamente ai numerosi locali pubblici presenti nella zona e
dal traffico veicolare. Le verifiche fonometriche evidenziavano che la
rumorosità era crescente verso l'orario notturno, ovvero quando aumentava in
maniera esponenziale l'affluenza antropica: i valori delle immissioni sonore
registrate valutati con il "criterio comparativo" dei 3 dB sul rumore di fondo,
superavano i limiti della "normale tollerabilità" in tutti i siti analizzati,
in orario sia diurno che notturno. L'esito dell'accertamento tecnico compiuto
dal c.t.u. trovava, altresì, riscontro nelle dichiarazioni rese dai testi
escussi. Ne conseguiva che l'ente proprietario della strada da cui provenivano
le immissioni denunciate doveva provvedere ad adottare le misure idonee a far
cessare dette immissioni o a ricondurle sotto la soglia della normale
tollerabilità.
La giurisprudenza di legittimità è giunta infatti ad affermare che, nel caso in
cui immissioni intollerabili acustiche provengano da una pubblica via, la
pubblica amministrazione è tenuta a farle cessare, riportando le sotto la soglia
della normale tollerabilità, così come a risarcire il danno, patrimoniale e non,
sofferto da chi abita un'unità immobiliare che su tale via affaccia (Cass.
n. 142091/2023). In particolare è stato affermato che "La Pubblica
Amministrazione, in quanto tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di
diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni - e, quindi, il principio
del "neminem laedere" - è responsabile dei danni conseguenti alla lesione
dei diritti soggettivi dei privati, cagionata da immissioni provenienti da aree
pubbliche, potendo conseguentemente essere condannata al risarcimento del
danno, così come al "facere" necessario a ricondurre le dette
immissioni al di sotto della soglia della normale tollerabilità, dal momento che
tali domande non investono - di per sé - atti autoritativi e discrezionali,
bensì un'attività materiale soggetta al richiamato principio del "neminem
laedere". (Cass. n. 14209/2023; si veda anche Cass. n. 18676/2024).
In materia di “facere” il Tribunale di Napoli poneva principalmente la
propria attenzione sugli interventi da adottarsi da parte della Pubblica
Amministrazione sulla sorgente. Nel caso specifico, trattandosi di sorgente di
natura fondamentalmente antropica gli interventi dovevano riguardare
azioni di regolarizzazione e controllo da parte dell'autorità competente,
degli orari della movida e delle attività "sonore" ad essa connesse quali
musica, balli, strumenti a percussione, con particolare riguardo al periodo
notturno così come quelle delle attività dirette ed indotte connesse ai
locali di somministrazione.
Tenuto conto di quanto emerso dalla consulenza tecnica d'ufficio, l'ente
convenuto doveva adottare le misure per ricondurre le immissioni entro la soglia
della normale tollerabilità.
Tra queste il Tribunale di Napoli precisava le seguenti: l) interdizione
dell'uso nelle aree pubbliche in questione di strumenti musicali di ogni genere,
di impianti elettroacustici ed ogni altra attrezzatura idonea alle emissioni
acustiche; 2) predisposizione di un servizio di vigilanza, con l'impiego
di agenti comunali che si adoperino, oltre l'orario di chiusura degli
esercizi commerciali a far disperdere ed allontanare dalle aree pubbliche di cui
è causa le persone che stazionano lungo le stesse e che non se ne allontanano
spontaneamente; 3) installazione di strutture fonoassorbenti o fono-riflettenti
(ad esempio pannelli fonoassorbenti localizzati in opportuni siti) che agiscano
sulla via di propagazione del rumore.
Sul piano del risarcimento del danno, il Tribunale dava atto che era ravvisabile
una responsabilità per omissione in capo all'ente comunale atteso che
questi, pur essendo tenuto ad osservare le regole tecniche o i canoni di
diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni, non aveva provveduto ad
adottare misure effettivamente idonee a neutralizzare le emissioni
acustiche o a contenerle nei limiti della normale tollerabilità, così
ledendo il diritto degli istanti al riposo notturno e alla vivibilità delle
proprie abitazioni. Tale comportamento inerte e negligente del Comune aveva
omesso di eliminare o ridurre entro la soglia della normale tollerabilità le
immissioni di rumore propagatesi nelle abitazioni degli attori, così cagionando
la lesione del diritto degli istanti. La giurisprudenza è giunta a qualificare
come costituzionalmente garantito, tra l'altro, il diritto al normale
svolgimento della vita familiare all'interno della propria casa di abitazione e
il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita
guotidiana, che possono risultare pregiudicati da immissioni che superino la
soglia della normale tollerabilità (Cass. n. 11930/2022; n. 21649/2021;
Cass., Sez. Un., n. 23436/2022).
Si riteneva equo liquidare il danno nella misura del 10% dell'importo
previsto dalle tabelle di Milano per la liquidazione del danno da invalidità
temporanea. Per tale danno le tabelle prevedono una forbice che va da un
minimo di Euro 115,00 ad un massimo di Euro 173. Determinato in Euro 120,00 il
valore base di riferimento va quantificato in Euro 12 l'importo giornaliero (già
rivalutato all'attualità quindi comprensivo di rivalutazione e interessi) per
ciascun istante con conseguente condanna dell'ente convenuto al pagamento.
Per tali motivi il Tribunale di Napoli con sentenza n. 604/2025
accoglieva l domande proposte dagli attori e, per l'effetto, condannava il
Comune a far cessare le immissioni di rumore nella proprietà degli attori
provenienti dalla piazza e zone limitrofe, ovvero ad adottare le cautele
idonee a riportare dette immissioni entro la soglia della normale tollerabilità
anche mediante la interdizione dell'uso di strumenti musicali amplificati,
tamburi ed ogni altra attrezzatura idonea alle emissioni acustiche utilizzati
senza previo ottenimento dell'autorizzazione da parte del Comune nel rispetto
del piano di zonizzazione acustica nonché anche mediante la predisposizione
di un servizio di vigilanza con l'impiego di agenti comunali, nonché anche
mediante l'installazione di strutture fonoassorbenti o fono-riflettenti che
agiscano sulla via di propagazione del rumore. Condannava il Comune di al
pagamento, a titolo di risarcimento del danno, in favore degli istanti
complessivamente quantificato in oltre Euro 230.000,00 oltre alle spese legali e
di consulenza tecnica d'ufficio.
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scarica la sentenza N.604/2025
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Avvocato Luca D.A.L. BRIDI
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