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L'Anima: un ponte tra il visibile e l'invisibile
A cura della Dott.ssa Elena Cipani - Psicologa (web: elenacipanipsicologa.it)
Se osserviamo un violino, notiamo la sua struttura esterna, il legno pregiato, la curvatura armoniosa, le corde tese. Ma ciò che dà vita al suono è un piccolo elemento nascosto: l’anima dello strumento. Questa sottile colonna di legno, posta all’interno della cassa armonica, è il punto di connessione tra la parte visibile e quella invisibile del violino. Senza di essa, lo strumento non potrebbe suonare. Allo stesso modo, anche l’essere umano ha un’anima, intesa non nel senso puramente spirituale, ma come nucleo essenziale che tiene insieme emozioni, pensieri e sensibilità. Vi sono aspetti di noi che mostriamo al mondo (il corpo, le parole, i gesti) e altri che rimangono nascosti, ma che danno significato a ciò che siamo: la nostra essenza risiede in questa tensione tra visibile e invisibile. Se pensiamo a un musicista che suona, non è solo la sua tecnica a creare la bellezza della musica, ma la sua capacità di entrare in sintonia con lo strumento e di trasmettere emozioni. Il suono e l’armonia nascono dall’incontro tra il corpo dello strumento e il vissuto di chi lo suona, dando vita a qualcosa di unico.
Prima però, è necessario entrare in contatto con il proprio mondo interiore. Non è sempre facile, perché abitudini, paure e condizionamenti possono offuscare la nostra capacità di guardarci dentro. Ma come un musicista entra sempre più in confidenza con il proprio strumento, anche noi possiamo entrare in contatto con noi stessi attraverso l’ascolto attento del nostro mondo emotivo. Come si fa? E’ sicuramente più semplice a dirsi che a farsi, però ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutarci: • ascoltare le nostre emozioni senza giudizio, riconoscendo sia quelle positive che quelle difficili; • dedicare del tempo al silenzio per staccare dalla frenesia quotidiana; • scrivere un diario personale per esplorare pensieri, riflessioni ed emozioni in modo libero e sincero; • favorire la creatività, attraverso la musica, la pittura, la scrittura o qualsiasi forma di espressione artistica; • trascorrere del tempo nella natura per ritrovare chiarezza mentale; • ascoltare il proprio corpo attraverso ginnastica dolce, rilassamento o semplici passeggiate; • riconoscere e rispettare i propri bisogni, imparando a dire di no quando necessario e stabilendo confini sani tra sé e gli altri; • coltivare relazioni autentiche basate sul rispetto reciproco: ciò favorisce il dialogo e la crescita interiore.
E il mondo intorno a noi?
Per garantire il benessere collettivo, tutti questi ambienti dovrebbero vibrare in sintonia, minimizzando le dissonanze e favorendo un paesaggio sonoro equilibrato. Il traffico caotico, le sirene assordanti e i rumori industriali spezzano questa armonia, generando stress e disagio. Al contrario, la creazione di spazi di quiete, l’uso consapevole di materiali fonoassorbenti e l’integrazione di suoni naturali possono contribuire a un ambiente più vivibile. Così come un violino ben accordato emette un suono armonioso grazie alla sua anima interna, anche la città dovrebbe essere progettata per favorire un equilibrio sonoro che rispetti la nostra necessità di benessere e serenità. Così come sintonizzarsi con l’altro è fondamentale per costruire relazioni autentiche, sintonizzarsi con l’ambiente sonoro significa promuovere un equilibrio tra suoni e silenzi, affinché le nostre città non siano solo luoghi di vita, ma anche di benessere e armonia.
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