La
risposta della Redazione
Valutazione impatto acustico per pubblico esercizio
Gent.ma Signora
Francesca,
vale sempre la regola "prevenire è meglio che
curare". Infatti, la documentazione inerente l'impatto acustico di cui
all'articolo 8, comma 4, della Legge 26 ottobre 1995, n. 447 e s.m.i., recante
"Legge quadro sull'inquinamento acustico", rappresenta uno dei principali strumenti di
salvaguardia della popolazione esposta al rumore ma, soprattutto, è anche uno dei principali
elementi di garanzia attraverso i quali il proponente dell'attività o dell'opera ha modo di
valutare la sostenibilità di un determinato progetto imprenditoriale, al fine di
evitare di porsi in contrasto con un contesto abitativo esistente, quindi
sollevarsi da eventuali liti che implicherebbero costi e limitazioni che
potrebbero finanche difficili da fronteggiare.
Per questo, la valutazione del rumore mira a
stabilire, attraverso un'analisi eseguita da parte di personale competente e
qualificato, ossia da parte di un Tecnico Competente in Acustica Ambientale
(TCAA), se l'esercizio dell'attività o l'impiego di determinate apparecchiature
possano, in relazione alle caratteristiche dei luoghi nei quali questi operano,
rispettare i limiti di rumore previsti dal d.P.C.M. 14 novembre 1997, recante "Determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore", sia in relazione ai valori
assoluti (emissione ed immissione) indicati dalla Classificazione
Acustica del territorio comunale, sia di quelli differenziali di cui
all'articolo 4, comma 1, del menzionato d.P.C.M. del '97.
Inoltre,
qualora l'attività ricadesse fra quelle indicate all'interno
dell'Allegato B, al d.P.R. 19 ottobre 2011, n. 277, recante "Regolamento per
la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti
sulle imprese, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31
maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010,
n. 122", ossia di quelle considerate a bassa rumorosità, fra le quali ricadono
anche le "sale da gioco", le stesse sono escluse dalla presentazione della
documentazione di impatto acustico, la quale è invece sostituita da una
dichiarazione sostitutiva d'atto di notorietà da parte del proponente. Da tale
regime semplificato sono peraltro esclusi i "bar".
Per il caso da Lei presentato e, in generale,
per tutte quelle condizioni nelle quali non sussiste una chiara rassicurazione
che l'attività sia in grado di rispettare i limiti di rumore, risulta
preferibile voler far eseguire un'idonea valutazione del rumore da parte di un
TCAA, al fine di definire, fin da subito, eventuali soluzioni di contenimento
dei rumori, quali, nel caso da Lei presentato, la realizzazione di una controparete o di un controsoffitto
adatti a migliorare l'isolamento acustico dei locali nei quali si svolge
l'attività, dal momento che, in diversi casi, le prestazioni acustiche degli
edifici non sono in grado di abbattere adeguatamente anche quei rumori moderati
generati dal vociare degli avventori o dalle emissioni sonore prodotte dalle
macchine da gioco. Di
conseguenza, pare difficile poter eseguire tali interventi dopo l'avvio
dell'attività, considerato che ciò determinerebbe un significativo aumento della
spesa, anche a causa del mancato guadagno durante il periodo di fermo
dell'attività necessario per l'esecuzione dei lavori di sistemazione.
Cordiali saluti.
La Redazione:
07.11.2018