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La risposta dell'espertoA cura di Marcello Brugola
In attesa di una situazione definitiva
Gentile signora Foglia, Lei deve solo ripresentare l’esposto al Comune tutte le volte che l’azienda immette del rumore, specificando che non ha eseguito nessun lavoro di bonifica o che sono risultati insufficienti. Chieda anche al Comune la copia dell’ordinanza sindacale emessa, e soprattutto la documentazione prodotta dalla ditta, tramite un tecnico competente, con l’elenco dei lavori previsti. Se questi documenti non esistono, allora può tranquillamente minacciare il Comune o chi per esso (Assessore o Sindaco) di interesse privato in atti di pubblico ufficio, in quanto non hanno fatto nulla a seguito all’esposto ARPA. Mi sembra strano che non ci siano controlli ripetuti: in un caso che ho seguito a Milano, l’ARPA è uscita tre volte per verificare che i lavori fossero stati eseguiti e che i livelli incrementali risultassero all’interno dei valori di norma. Il procedimento, infatti, è solitamente questo: l’ARPA fa il rilievo ed informa il Comune, questo emette ordinanza sindacale, chiedendo dei lavori, la società fa eseguire da un tecnico un progetto e lo deposita al Comune, e fa i lavori, il Comune decide se sia il caso di richiedere nuovamente l’intervento dell’ARPA o meno. Se il Comune non lo fa significa che non è sufficientemente “sensibilizzato” e tocca a Lei andare a svegliarli in modo più o meno brusco (io suggerisco sempre il secondo). Se poi volesse fare causa, allora la ditta non avrebbe nessuna possibilità di non intervenire: rischierebbe la chiusura (almeno se io fossi il CTU).
Cordiali saluti.
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