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La risposta dell'espertoA cura di Marcello Brugola
...Quando i ragazzi sono lasciati senza controllo
Egregio Signor Robibaro, siamo in Italia! La Diocesi può tranquillamente affittare a chiunque i propri spazi (a Milano, il famoso locale “il teatrino, dove si esibivano le attrici porno, era…. della Diocesi!) e chiunque può farne quello che meglio ritiene (vedi sopra), ma a condizione di rispettare le libertà ed esigenze altrui. Se il Comune ha preso in gestione la struttura e la ha destinata ai ragazzi in un età di difficile gestione, senza tuttavia prendere opportuni provvedimenti è semplicemente perché non ha il personale ed i soldi per metterlo a disposizione, così in modo avventato lasciano allo sbaraglio un gruppo di ragazzi che sicuramente non pensano ai vicini quando si ritrovano. Per prima cosa io informerei l’ARPA che non ci sono servizi igienici in una struttura pubblica: la chiusura dovrebbe essere immediata (certo che certe amministrazioni hanno la faccia come le natiche… un privato non potrebbe mai fare una cosa del genere, non avrebbe il permesso di aprire). Se la cosa non ha seguito (ma mi sembra già assurdo), depositi al Comune una petizione in cui si richiede l’intervento dell’ARPA per rilievi di rumore, specificando che sarà successivamente denunciato penalmente (come da Codice Civile, per disturbo alla quiete Pubblica) il gestore del posto. Se è il Sindaco o qualche assessore (ma anche se è il Parroco), vedrà che troveranno immediatamente la soluzione. Se nemmeno questo funziona, basta rivolgersi ad un Legale, che scriverà una bella letterina informando gli Amministratori di cosa rischiano.
Certo che è la prima volta che sento di un luogo per giovani
senza un bagno...
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