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Il costruttore è obbligato a risarcire la rumorosità
Articolo tratto da:
Il Sole 24Ore Data: 21.01.2008
Una recente sentenza (la 2715/07 depositata il 23/04/07 c/o Tribunale di Torino) condanna, ed è la prima in Italia, un costruttore ad indennizzare il proprietario dell'appartamento al quale ha venduto. Nello specifico la condanna quantifica nel 20% la minusvalenza dell'immobile oggetto di compravendita a causa di un difetto di progettazione e/o costruzione che si ripercuote in un eccessivo "rumore da calpestio", ovvero si è riscontrato che il normale camminare sul pavimento del piano superiore, che corrisponde al soffitto della persona (il ricorrente) che ha intentato causa al costruttore che gli ha venduto l'immobile, produce eccessive immissioni sonore nell'appartamento di proprietà del ricorrente. Si è riscontrato, infatti, che la progettazione dell'edifico non è stata conforme al decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 5/12/1997 e non era di conseguenza corredata dalla progettazione acustica a firma di un "Tecnico competente" così come previsto dalla legge 447/95 articolo 2. Ma quanto è stato riscontrato va al di là della mera problematica progettuale ed autorizzativa sulla quale il giudice non si è, in questo caso, soffermato: il consulente tecnico d'ufficio (Ctu), nominato dal giudice, ha infatti riscontrato che l'esecuzione della prova di rumore da calpestio, eseguita con un macchinario apposito, ha infatti confermato come tale rumorosità fosse eccessiva. Inoltre il Ctu stesso non individua con esattezza l'origine del problema, ovvero se sia riferibile ad errori di progettazione o di messa in opera. Nel caso specifico,
diversamente dalla prassi, il giudice ha stabilito che non è possibile
intervenire in risanamento della difettosità riscontrata poiché tale intervento
avrebbe comportato lavori in casa di un terzo, il condomino residente
nell'appartamento soprastante, che non è parte in causa del processo.
L'intervento di ripristino, infatti, consiste nella realizzazione di un
"pavimento galleggiante" ovvero di un pavimento ex novo sospeso su di una
membrana altamente resiliente e rincalzata alle pareti. Tale intervento comporta
lo sgombero dell'appartamento soprastante nonché l'esecuzione di lavori di
demolizione del pavimento e sottofondo con la ricostruzione di uno nuovo,
"galleggiante", con inevitabili disagi per l'occupante dell'appartamento. Per
tale ragione, e perché non è parte in causa, il giudice ha scelto la via della
quantificazione della minusvalenza dell'immobile del soggetto patente prodotta
dalle eccessive immissioni sonore da calpestio mentre non ha riconosciuto il
diritto di indennizzo del danno dovuto alle eccessive immissioni sonore patite
nel tempo. Per la prima volta la mancata osservanza delle disposizioni del Dpcm
del 5/12/1997 ha avuto spazio in una sentenza; in precedenza le analoghe liti
hanno avuto un esito transattivo.
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