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I diversi riferimenti alla base del confronto con i livelli del rumore intrusivo ambientaleMaggio 2022 - A cura di Filiberto Pisoni - Tecnico Competente in Acustica (mail: filiberto.pisoni@fastwebnet.it)
Il gitante, grazie alla naturale ed innata capacità di discriminazione presceglie a cosa prestare attenzione e non ha alcun ostacolo a stimare i livelli di ognuna delle molte sonorità udibili, che senza dubbio potrebbe descrivere meglio di quanto sia possibile valutare attraverso un mero parametro numerico derivato dalla tecnica fonometrica classica. Nel mondo della musica è la norma stimare i livelli sonori attraverso la percezione e l’errore rimane contenuto ai decimi di deciBel. Si pensi al Direttore che dalla sua posizione controlla e armonizza i livelli di tutti gli strumenti, ed ai musicisti che controllano il proprio fra tutti gli altri. Tuttavia, il gitante tecnico acustico che si proponesse di estrapolare le varie sonorità dal contesto sonoro quantificandole in deciBel (dB) come potrebbe operare? Circa le modalità che possono aiutare a descrivere i livelli delle sorgenti al meglio è anche facile concordare dato che per ognuna delle sonorità è possibile, tramite opportune analisi del segnale osservare sia la serie storica (time-history) dei livelli di pressione sonora che l’intervallo di frequenza entro cui si succedono. Al tecnico però viene perlopiù chiesto di indicare, basandosi sui livelli dell’immissione sonora, la loro entità in relazione al contesto acustico che le fa da sfondo e questo dato differenziale diviene il criterio su cui si fonda il giudizio sia in ambito dell’Ordinamento amministrativo, che riconosce la liceità delle immissioni sonore in relazione alla loro intensità, che di quello civile, il quale viene invece parametrato alla soglia della c.d. “normale tollerabilità”.
Il descrittore utilizzato per confrontare l’incremento del valore di immissione ai rumori residui preesistenti è il livello equivalente, ovvero la media energetica dei livelli di pressione sonora rilevati. La precisione con cui descrive l’immissione è migliore tanto più questa è preponderante e peggiora esponenzialmente via via che l’incremento perde di consistenza. Considerato dunque che il livello equivalente (LAeq) costituisce il valore energetico medio dei livelli rilevato, tale indicatore offre un maggiore “peso” alle sonorità elevate, escludendo quelle di sottofondo che non sono affatto rappresentate. Ad esempio, i livelli di rumore generati dai singoli transiti di veicoli non permettono di identificare, attraverso il livello equivalente, i livelli di rumore di fondo su cui tali eventi si innestano. Confrontare una sonorità con il rumore residuo può costituire perciò un metodo per trarre risultati che stabiliscono di quanto la presenza della nuova sonorità rende più rumoroso l’ambiente, anche se non permette di far apprezzare l’entità di quei livelli sui quali tale sorgente va ad innestarsi. In questo contesto valutativo, infatti, le sonorità risultano essere incapaci di incidere numericamente sulla media riscontrandone l’irrilevanza, tantoché in questa passeggiata le sonorità naturali da questa prospettiva di analisi non incidono, non emergono e non esistono.
Descrivere il contesto acustico come rumore di fondo, costituito dall’insieme di suoni tipici anche se indistinti che formano la base su cui si innestano tutte le sonorità del luogo, significa estrarre e quantificare la sonorità di interesse indipendentemente da tutte le altre che non sono oggetto di valutazione. La ragione non è solo giuridica: analogamente opera la nostra attenzione che può realizzare sia l’ascolto di quanto d’interesse dentro il caos dell’insieme dei suoni che non consentire di sottrarsi a quelli che, avendo maturato avversione, la richiamano imponendovisi. Parte di tale fenomeno è conosciuta da tempo in psicoacustica con il termine di “mascheramento”, giacché il nostro cervello è in grado di selezionare i suoni sui quali vogliamo porre l’attenzione e celare quelli che invece riteniamo superflui, come avviene quando all’interno di una sala, nella quale si trovano molte persone che parlano, riusciamo a identificare la voce di una persona che conosciamo.
L’impiego di tale tecnica permette di identificare e discriminare le decine di sonorità naturali immerse nel rumore del traffico della passeggiata lacustre, le quali potranno così essere riconosciute come canto della folaga o stormire di foglie e descritte analiticamente attribuendo loro un livello e caratteristiche spettrali direttamente collegati ai livelli percepiti. Apparirebbe perciò utile che il Tecnico in Acustica possa saper valutare e riconoscere il metodo di valutazione ed il criterio di analisi più adatti per rappresentare al meglio quella variegata quanto complessa moltitudine di sonorità, al fine di evitare di disperdere quelle importanti informazioni che consentono di riconoscere le tipicità di un ambiente sonoro, a partire dalle quali salvaguardare le sonorità utili (nel caso esposto quelle naturali) e contenere quelle che risultano, invece, avulse dal contento nel quale queste si manifestano, quali il traffico veicolare derivante dalla strada statale. Ciò consentirebbe di accrescere nell’animo del gitante quell’esperienza emotiva provata durante il breve volgere del tempo di una passeggiata attorno al lago.
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