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Requisiti acustici degli edifici, qualcosa di nuovo

Gennaio 2010 - A cura di Luciano Mattevi
 

 

A più di dieci anni dall’emanazione del primo e organico strumento di normazione nazionale dei requisiti acustici degli edifici il D.P.C.M. 5 dicembre 1997 recante “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” è prossimo ad essere collocato a riposo. Infatti, la Legge 7 luglio 2009, n. 88 recante “Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2008” ha sospeso la sua efficacia nei rapporti tra privati e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi costruiti successivamente alla data di entrata in vigore della legge. Ciò a cui stiamo assistendo, nell’attesa delle nuove disposizioni, è qualcosa di assai singolare, poiché se da un lato le limitazioni contenute nel D.P.C.M. 5 dicembre 1997 sono tutt’oggi valide nei rapporti fra privati e Pubblica Amministrazione, ad esempio all’atto della domanda di autorizzazione all’edificazione o ai fini della dichiarazione di conformità dell’opera da parte del costruttore, da redigere al termine dei lavori, dall’altro un'eventuale difformità costruttiva dell'edificio non potrà essere assunta in giudizio, qualora un acquirente ritenga di aver subito un danno conseguente alla mancata osservanza delle più elementari “norme di buona tecnica” durante la realizzazione della propria abitazione. Un paradosso di cui ci siamo occupati nel caso del mese di luglio 2009 dal titolo "Requisiti acustici degli edifici. Qualcosa sta cambiando…forse in peggio".

Oggi desidero ritornare sull’argomento, poiché pare di prossima conclusione la “Proposta UNI sulla classificazione acustica degli edifici” redatta dal gruppo di lavoro 5 "Classificazione acustica degli edifici". Un progetto frutto dell'impegno di un folto gruppo, composto, oltre che dal Ministero dell’Ambiente, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dalle associazioni delle costruzioni (ANCE, ANDIL, ANIT, ANPAE, ASSOBETON, CNA, FEDERLEGNO; UCCT; UNCSAAL), dalla Regione Lombardia e dalle ARPA Piemonte e Lombardia, dalle Università di Bologna, Firenze, Milano, Padova e Ferrara, dalle Associazioni dei tecnici acustici (AIA, ASSOACUSTICI), dai laboratori di prova (ITC-CNR, CESI, GIORDANO, Modulo Uno, INRIM, LAPI), dagli studi di consulenza, oltre che dai fabbricanti di materiale fonoisolante; in sostanza, un gruppo che si può ritenere adeguatamente rappresentativo del mondo accademico e produttivo del nostro Paese.

In occasione del seminario tenuto il 29 ottobre scorso al SAIE di Bologna ho avuto l'opportunità, nonché il privilegio, di assistere all’appassionato intervento dell’ing. Giuseppe Elia (Presidente Commissione Acustica dell’UNI) per la presentazione di tale proposta di norma UNI, attraverso la quale si intende promuovere un nuovo approccio al problema che consentirà di affiancare agli obblighi normativi un processo volontario di qualificazione acustica allo scopo di stimolare una progressiva e condivisa crescita degli standard qualitativi degli edifici.

Malgrado l’impegno e le competenze espresse da tali indiscussi professionisti, saremo certi che questo nuovo impianto normativo potrà dare una sterzata ad un settore edilizio che in questi anni si è dimostrato, assai frequentemente, inadeguato a rispondere a tali specifiche esigenze? Un interrogativo provato dal fatto che ancora oggi molti dei nuovi edifici non sono in grado di soddisfare gli oneri imposti dal D.P.C.M. 5 dicembre 1997. Di qui la necessità di avvicendare il "vecchio" decreto con uno strumento meno vincolante, anche se proteso a far emergere i costruttori più virtuosi, quelli cioè che desiderano promuovere la propria immagine attraverso un prodotto edilizio di qualità.

La nuova proposta UNI prevede che a ciascuna “unità immobiliare”, ossia l’intero fabbricato, quindi, non necessariamente il singolo appartamento, venga attribuita una delle quattro classi di merito (classe I: prestazioni acustiche ottime; classe II: prestazioni acustiche buone; classe III: prestazioni acustiche di base e classe IV: prestazioni acustiche modeste), a seconda dei risultati espressi delle grandezze acustiche già considerate dal D.P.C.M. 5 dicembre 1997 (indice di valutazione dell’isolamento acustico normalizzato di facciata D2m,nT,w; indice di valutazione del potere fonoisolante apparente di divisori verticali e orizzontali fra ambienti appartenenti a differenti unità immobiliari R'w; indice di valutazione del livello di pressione sonora di calpestio normalizzato fra ambienti sovrapposti e/o adiacenti appartenenti a differenti unità immobiliari L'n,w; livello sonoro immesso da impianti a funzionamento continuo LAeq; livello sonoro immesso da impianti a funzionamento discontinuo LASmax).

Fra gli elementi di rilievo spicca la possibilità di individuare un modello di certificazione “semplice”, attraverso cui il potenziale acquirente può indirizzare la sua attenzione durante l’acquisto di un edificio, più o meno isolato, a seconda del prezzo proposto o dell’aspettativa attesa, in analogia a quanto già oggi avviene per la certificazione energetica degli edifici nel modello “Casa Clima” o per l’acquisto degli elettrodomestici. Una soluzione auspicata già qualche anno nel caso del mese di novembre 2006 dal titolo “Una casa di qualità”.

Desta, invece, una certa preoccupazione il fatto che tale valutazione è, attualmente, prevista su base volontaria; si confida pertanto che il legislatore, nel prossimo dettame normativo, renda tale strumento di normazione tecnica vincolante ai fini della vendita dell’immobile costruito.

E' mia abitudine concludere con un auspicio e, anche in questo caso, non voglio sottrarmi a tale consuetudine. Credo che nessuna norma potrà mai sostituire una volontà, la quale è frutto ed espressione di una nostra pretesa o, per meglio dire, di una nostra esigenza. Non demandiamo al legislatore ciò che deve essere chiesto da noi, in qualità di potenziali prossimi acquirenti. Impariamo a reclamare ciò di cui abbisognamo per soddisfare le nostre esigenze, ossia tranquillità e quiete all’interno della nostra abitazione, a coloro che sono chiamati, con impegno e responsabilità, a poter e dover offrirle.

 

 

 

 

 

 

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