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Le notti incivili. C'era una volta la quiete pubblica Aprile 2020 - A cura del Comitato "Ma noi quando si dorme" e del Gruppo "Ridateci il silenzio" (Sito web: ridatecilsilenzio)
La storica americana Lynn Hunt ha scritto qualche anno fa un libro bello e originale: La forza dell'empatia. Una storia dei diritti dell'uomo.La straordinaria fioritura settecentesca dei diritti umani è in gran parte l’esito, secondo l’autrice, di una profonda trasformazione della sensibilità verso gli altri, della capacità di immedesimarsi nelle loro vicissitudini (l’empatia, appunto). Una trasformazione indotta dall’intreccio fra le prese di posizione contro la tortura o la schiavitù e il grande successo di una serie di romanzi con protagoniste femminili come "La nuova Eloisa" di Rousseau o "Pamela" di Richardson, insieme alla riflessione filosofica sull’importanza dei sentimenti morali. Sono quindi la con-passione e l’empatia (termine più di moda meno intriso di calore affettivo) la radice emotiva dell’idea di diritto umano. E anche dei diritti degli animali (in parte grazie alle storie disneyane), che oggi vengono spesso considerati a pieno titolo come parte integrante delle famiglie. È dunque logico che la violazione di un diritto susciti indignazione, in quanto ci sentiamo toccati quasi personalmente e siamo portati a esprimere la nostra solidarietà. Fa' eccezione, a quanto pare, il diritto di ritirarsi nella tranquillità del proprio spazio privato per rilassarsi, dedicarsi ai propri interessi, alle proprie occupazioni, allo studio e ovviamente per riposare; una condizione indispensabile a realizzare il diritto alla salute sancito dall’Articolo 32 della Costituzione. Veramente ci sarebbe da far rispettare, tra le altre norme, l’articolo 659 del codice penale, che punisce appunto chi "disturba le occupazioni e il riposo delle persone" (dunque, si badi bene, non solo di notte). Purtroppo, fra il dramma di chi viene aggredito dalla musica a tutto volume e/o dagli schiamazzi della folla sotto casa e la cessazione del reato si frappone una serie di ostacoli che hanno abrogato di fatto la norma: l’esilità della sanzione, gli anni che passano fra denuncia e sentenza (alla faccia della "prontezza della pena" auspicata da Beccaria), la scarsità di vigili disponibili dopo le ore 20:00 e, last but not least (ultimo, ma non per importanza), il mancato impegno dell’amministrazione comunale a fare, com’è suo dovere, tutto quanto è in suo potere. Insomma: che ci siano cittadini privati della tranquillità e del sonno, che molti di loro abbiano dovuto cambiare casa per sfuggire all’inferno delle notti, che altri si preparino a farlo, che in tanti si ammalino a causa della movida e del presunto diritto di divertirsi e di ubriacarsi dovrebbe essere uno scandalo e non lo è. Ci auguriamo che questa raccolta di drammatiche testimonianze di nostri concittadini possa suscitare in tutte le Istituzioni coinvolte la sensibilità e la comprensione finora mancanti o almeno insufficienti; e di conseguenza un impegno duraturo per garantire il diritto al riposo e alla salute .
Approfondimenti: Testimonianze di cittadini di Firenze perseguitati dalla movida e abbandonati dalle Istituzioni.
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