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Investire nell’ambiente fa bene all’economia di un Paese

Ottobre 2012 - A cura di Luciano Mattevi

 

Mai come in questi tempi di crisi economica sorge l’interrogativo se possa risultare o meno conveniente investire risorse nella ricerca e nella cura ambientale. I recenti fatti di cronaca ne sono una chiara testimonianza. Lavoro e ambiente pare venir posti su piani differenti e, spesso, divergenti. Senza volerci addentrare in valutazioni socio-economiche complesse, ci limitiamo a considerare solo due principali questioni.

La prima, la ricerca ambientale stimola l’industria a produrre beni con un maggior contenuto tecnologico in grado di migliorare la qualità del prodotto stesso oltre a far crescere il patrimonio di conoscenze dell’azienda. Un patrimonio di idee e tecnologia che può essere immesso sul mercato con un valore aggiunto, utile per compensare i maggiori investimenti. Senza considerare, che proprio in momenti di crisi, il consumatore presenta un grado di attenzione all’acquisto maggiore, volto a valutare più attentamente le qualità espresse dal prodotto, in termini di durata e costi di esercizio, ovvero di consumi, in virtù dei quali è disposto, inizialmente, a "sacrificare" una parte maggiore del suo patrimonio.

Pare indubbio che se rivolgessimo ad una platea estesa la seguente domanda: sarebbe Lei disposto a pagare un certo sovrapprezzo pur di disporre di una casa ben isolata termicamente e acusticamente, lontano da fonti di rumore indesiderate (infrastrutture di trasporto e industrie)? Con molta probabilità la maggior parte delle persone intervistate risponderebbe "SI". Eppure, nonostante questo, la qualità di numerosi nuovi edifici non è in grado di raggiungere standard qualitativi elevati, al pari di altri Paesi europei, nonostante gli sforzi profusi da molti "appassionati" operatori di settore che con dedizione, oramai da qualche anno, sono al lavoro per redigere norme tecniche utili per supportare tale ineluttabile cambiamento.

In materia di isolamento acustico degli edifici, il gruppo di lavoro della Commissione di Acustica e Vibrazioni dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) è stato in grado di definire due importanti strumenti di valutazione e supporto alla costruzione delle qualità acustiche attraverso criteri di valutazione comune, rappresentati dalla UNI 11397:2010 - Classificazione acustica delle unità immobiliari - procedura di valutazione e di verifica in opera e, più recentemente, dalla UNI 11444:2012 - Linee guida per la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali.

Spostandoci su un altro fronte, l’industria automobilistica e quella delle apparecchiature domestiche da tempo è alla ricerca di soluzioni in grado di conferire al prodotto un maggior grado di silenziosità, attestato anche a mezzo di apposita etichettatura, in analogia a quanto avviene con la classe energetica.

La Comunità Europea ha destinato ingenti risorse per ovviare al problema rumore, reputato la causa di numerose patologie che gravano con costi sociali elevati. E l’Italia? Beh, come da tradizione, il nostro bel Paese non spicca di certo per percettibilità della risorsa "ambiente" anche se, bisogna riconoscerlo, numerosi competitor stranieri utilizzano l’invettiva italiana per alimentare il campo scientifico della ricerca di prodotti innovativi, venduti poi anche nel nostro Paese.

Per finire, anche se non ultima per importanza, con la seconda questione. L'Italia può presentarsi al mondo vantando un capitale ricco di storia, arte, tradizioni, cultura, patrimonio di un florido mondo antico, un luogo in cui accogliere un ingente numero di persone provenienti da tutto il mondo, e poter assicurare loro ospitalità in un ambiente curato e salubre rappresenta certo un elemento di attrattiva ulteriore.

Per assicurare questo, tuttavia, v'è necessità di una regolamentazione semplificata ma efficacie, in grado di limitare i soggetti che inquinano ed in grado di valorizzare quelli che impiegano processi produttivi innovativi. A tal fine, è necessario avvalersi di speciali Organi di controllo in grado di intervenire prontamente nel contrastare e, se possibile, nel prevenire l’insorgere di cattive abitudini. Perché inquinare l’ambiente od evadere le tasse producono gli stessi effetti, giacché entrambi gli illeciti gravano sul benessere della collettività.

 

 

 

 

 

 

 

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