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Intrusività…e rumore
A cura della Dott.ssa Elena Cipani - Psicologa (Sito web: elenacipanipsicologa.it)
Quando qualcosa o qualcuno supera il nostro confine ci sentiamo a disagio. Se immaginiamo il nostro confine come un “limite di tolleranza”, inteso come capacità di ricevere ed elaborare stimoli e informazioni, ci accorgiamo che passo dopo passo scegliamo ciò che è meglio per noi in un determinato momento. Lasciamo passare le cose che sentiamo positive e cerchiamo di escludere quelle negative. Questo processo avviene in modo molto fluido e spesso automatico ma quando il nostro limite di tolleranza viene superato, dentro di noi si attiva un campanello di allarme. Questo campanello ci fa percepire una sensazione di fastidio che ci fa attivare per risolvere la situazione che ci disturba. I confini sono soggettivi in quanto dipendono dalle caratteristiche individuali e dal temperamento di ognuno ma, non per questo, bisogna definire la normalità in termini gaussiani, cioè semplicemente in base alla distribuzione normale dei dati statistici, perché in tal modo si perderebbe la centralità della persona come soggetto. Di confini ce ne sono vari, dai più esterni ai più interni. I confini esterni riguardano le attività che svolgiamo nella vita quotidiana e la delimitazione degli spazi fisici. I confini interni riguardano la persona e gli aspetti relazionali.
“E i vicini cosa dicono?...” “Ma se gli altri non sentono…” “Non è che sei tu che hai il sonno troppo leggero…” “Perché non prendi qualcosa per dormire…” E così via. La soggettività viene calpestata e questo può portare a senso di solitudine, non sentirsi compresi, dubbi sul fatto che gli altri possano effettivamente avere ragione. Le risorse interne per far fronte al problema iniziano ad esaurirsi. L’inquinamento acustico risponde perfettamente alla definizione di intrusività perché supera le pareti delle case e si infiltra in modo tossico nelle nostre vite. I termini “immissione” e “intrusività” differiscono perché per immissione si intende semplicemente introduzione, è un termine neutro, mentre l’intrusività ha una connotazione negativa perché rappresenta l’invasione ingiustificata e subita del proprio spazio. E’ un fattore che insieme al rumore in sé, sollecita le reazioni psicofisiche dell’organismo.
Per quanto riguarda i suoni con frequenze molto basse, è stato osservato che i suoni producono vibrazioni che sono percepite da varie cavità del corpo e che anche la contrazione muscolare e i movimenti spontanei possono essere influenzati dai rumori. (Infrasuoni e frequenze molto basse). Queste ricerche ampliano sempre più le conoscenze sul rapporto tra suono e reazioni del nostro organismo e molto c’è ancora da scoprire. Per incontrare meglio i reali bisogni delle persone è auspicabile una sempre maggiore integrazione tra le valutazioni oggettive dei suoni con quelle legate alla soggettività dei singoli individui: ognuno ha una propria sensibilità e un proprio modo di percepire e reagire agli stimoli, e valorizzare il potenziale insito nella diversità tra sensibilità può essere difficile ma assicura di certo una migliore qualità della vita.
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