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L’impatto acustico dei bar e dei locali pubblici

Febbraio 2011 - A cura di Lorenzo Rizzi - Suono e vita

 

L’impatto acustico dei bar e dei locali pubblici in genere è oggi sempre più spesso argomento di attualità e cronaca. Purtroppo la vita moderna porta gli Italiani ad essere sempre meno tolleranti a intrusioni nella propria vita privata da un lato e dall'altro sempre meno rispettosi degli altri nella vita pubblica.

La questione è variegata perché oltre al rumore dei classici apparecchi presenti in tutti i bar d’Italia si aggiunge spesso il suono della musica (diffusa o suonata) e il rumore generato dai clienti anche quando sono fuori dal locale (seduti ai tavoli o solamente in piedi a fumare).

Il discorso si allarga perché fa parte della gestione del territorio, delle scelte di destinazione urbanistica, della fruizione turistica e commerciale dei centri storici. Di seguito proveremo ad affrontarlo nei discorsi di base dando alcuni primi utili consigli alle persone interessate del fenomeno.

Purtroppo sono ancora poche i comuni che prevedano questa problematica e la affrontino seriamente e serenamente verso tutte le persone coinvolte. All’estero è normale che ci siano zone dedicate della città dove si incoraggia l’apertura di locali notturni rumorosi, che vengano date delle prescrizioni d’orario ben definite e imposte insonorizzazioni a disturbanti e disturbati: nel nostro Paese si riempiono i centri storici senza valutazioni tecniche approfondite e si va sempre più spesso alla guerra degli avvocati e agli articoli sui giornali.

La nostra esperienza diretta è che la classica attività di bar al chiuso con radio/tv o filodiffusione a basso volume raramente risulta inquinante. L'attività disturba se lo stabile e/o il locale in cui è posta ha dei difetti edili o impiantistici o se alcune semplici norme di buon senso tecnico e di civile educazione non sono rispettate. Solitamente i livelli sonori interni a queste attività sono vicini ai 65-70 dB(A).

La questione cambia quando l’attività nell’happy hour o la sera preveda musica diffusa a volume sostenuto, dj-set o suonata dal vivo, quando ci siano tavolini e clienti che consumano e sostano all’aperto, quando ci siano impianti particolarmente rumorosi all’interno o all’esterno del locale (p.e. aria condizionata, frigoriferi, videopoker, etc.) e i ‘vicini di casa’ siano proprio a ridosso del locale. In questi casi il livello sonoro della sorgente può superare gli 80 dB(A) e i 90 dB(A) rendendo la situazione delicata anche dal punto di vista tecnico.

 

La legge e il rumore delle attività

La legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 obbliga i comuni a chiedere che vengano eseguiti degli studi previsionali per tutte le attività rumorose, ciò succede contestualmente alla dichiarazione di inizio dell’attività (nella burocrazia della D.I.A.P.). I controlli vengono effettuati dall’ARPA provinciale competente su richiesta del comune che raccoglie gli esposti dei cittadini e può multare le attività inquinanti.

Succede sempre più spesso che vengano chieste delle valutazioni di impatto acustico (V.I.A.) per le attività già esistenti: gran parte dei locali pubblici sono oggi considerati essere potenziali inquinanti per quanto riguarda il rumore. In caso di esposto al comune da parte dei vicini oggi molti uffici ARPA impongono infatti di effettuare subito uno studio sull'esistente con progetto di bonifica e di metterlo in opera prima di uscire a verificare sul campo.

In questi casi il titolare deve incaricare un tecnico competente in acustica ambientale riconosciuto da una regione Italiana: questo professionista effettuerà delle misure fonometriche approfondite sull'area interessata, studierà le varie attività e le fonti di rumore e quindi farà una serie di calcoli per dimostrare se l’attività inquini o meno verso i vicini di casa. Nel caso ci sia uno sforamento dei limiti di legge è suo dovere individuare tutte le possibili soluzioni per diminuire l’impatto verso di essi e far rientrare le immissioni sonore nei limiti di legge, assoluti e differenziali. Lo studio è effettuato in via previsionale (V.P.I.A.) se l'attività non si è ancora insediata, è fatto sulla situazione esistente (V.I.A.) se l'attività è già avviata.

L'intervento di un tecnico competente in acustica ambientale riconosciuto dalla regione è obbligatorio per legge quando si deve studiare la bonifica della situazione ma è utile anche per conciliare situazioni delicate stra-giudiziali o a supporto di un avvocato di una delle parti quando si arriva all'accertamento tecnico preventivo e poi alla causa legale vera e propria.

I regolamenti sulle emissioni sonore sono individuati dal piano di zonizzazione acustica del comune che applica i decreti attuativi della legge quadro sull'inquinamento da rumore. Il piano di zonizzazione acustica divide il territorio comunale in zone di rispetto acustico e il comune individua con le norme tecniche attuative del piano di zonizzazione (o azzonamento) o con delle ordinanze specifiche delle regole di condotta su argomenti (p.e. orari di spegnimento dell’impianto di riproduzione sonora, numero di eventi musicali, numero di deroghe all’anno, etc.).

L’aspetto più stringente della legge sull’inquinamento sonoro è quasi sempre la richiesta del rispetto del limite differenziale sul livello di rumore residuo, che è pari a 5 dB di giorno e 3 dB di notte. Oggi si applicano gli stessi limiti del DPCM 14/11/1997 anche nelle cause civili (ex art. 844 cod. civ.), misurando il livello sonoro equivalente in presenza e in assenza della sorgente disturbante. Una recente sentenza della Cassazione obbliga comunque a valutare la situazione circostante per definire correttamente la 'normale tollerabilità'.

Preso un sito dove per esempio è presente un livello del rumore residuo pari a LAeq = 40 dB(A) qualsiasi attività commerciale o suo impianto non può introdurre rumore che innalzi il livello di rumore complessivo oltre i 43 dB(A) di notte e 45 dB(A) di giorno. In realtà di notte il livello è sempre più basso che di giorno e il limite diventa spesso molto stringente.

 

Consigli ai disturbati

Ovviamente la prima cosa da fare è cercare il dialogo sereno. Purtroppo il disturbo da rumore può portare rapidamente all'esasperazione ma la nostra esperienza è che si debba stare calmi e cercare fin da subito di intavolare il discorso civilmente spiegando il problema (orari, cosa disturba).

Se il locale si dimostra collaborativo bisogna a questo punto dargli disponibilità e tempo per studiare il problema e trovare delle soluzioni.

Se invece il disturbante non si mostra cooperativo conviene avvisare la polizia locale e fare un esposto che comporti una comunicazione all'ARPA provinciale. Gli uffici ARPA non parlano direttamente con i cittadini, è compito del comune fare da filtro.

Da lì si mette in moto un procedimento che porterà a fare dei controlli scrupolosi a insaputa del disturbante e solitamente ne consegue una sanzione pecuniaria amministrativa e/o un provvedimento limitativo da parte del comune.

 

Consigli ai proprietari dei locali

Anche in questo caso il consiglio è di partire cercando il dialogo con i vicini di casa disturbati e collaborare per individuare i dettagli della questione (a volte è solo il condizionatore rotto che disturba, a volte sono certi comportamenti come le pulizie alla mattina presto o alla sera tardi, o certe serate specifiche, o la presenza di certe compagnie molto rumorose, etc.).

Nel caso ci si renda conto che da soli non si può fare molto e che servano garanzie conviene affidarsi al più presto a un tecnico competente in acustica ambientale. Questo professionista dovrà appurare che ci sia effettivamente un disturbo e studiare delle soluzioni.

Se interviene l'ARPA lo fa a sorpresa ed i provvedimenti amministrativi conseguenti gli illeciti accertati (sanzione e diffida) sono inevitabili. In più verrà comunque richiesto uno studio da parte di un tecnico abilitato quindi spesso conviene anticipare gli eventi.

In genere l’insonorizzazione dello spazio può essere concepita al meglio e con risparmio in fase di ristrutturazione, l’ingegnere acustico da informazioni per la realizzazioni delle opere di isolamento ma controlla e cura i dettagli dei progetti di tutti gli impianti in gioco (elettrico, aria, idrico, audio, etc.) confrontandosi con l'architetto/il geometra incaricato e tutti i tecnici del caso.

Le opere di isolamento possono integrarsi con la ristrutturazione e con il progetto architettonico dell’interno dei locali. Come già detto l’insonorizzazione e la bonifica acustica dei locali deve essere studiata per legge da un tecnico competente riconosciuto, ogni situazione è differente e va analizzata nei dettagli dell’edificio e del contesto: il problema è risolvibile in gran parte dei casi se c’è l'impegno e la competenza specifica di tutte le persone coinvolte. L'errore più facile è quello di affidarsi completamente ad artigiani che si basano solo sui documenti commerciali delle ditte fornitrici di materiali.

La scelta, la collocazione e l’installazione degli impianti e delle apparecchiature è fondamentale per evitare ponti acustici e per risparmiare sull’isolamento. L’utilizzo di limitatori sull’uscita delle casse tarati e sigillati è importante, per questo i locali con musica dj e dal vivo che avessero un proprio impianto residente anche per chi viene a suonare sarebbero molto avvantaggiati.

Il trattamento acustico dell’interno del locale e della zona palco (se presente) migliora l’acustica interna e permette di ridurre il livello sonoro all’uscita delle casse, soprattutto toglie i 'rimbombi e gli echi' che rendono spiacevole stare al chiuso.

D'altra parte è fondamentale selezionare la clientela, compito difficile del gestore del locale. Non basta affidarsi alla disponibilità economica ma anche al grado di civiltà delle persone.

Quando si vuole avviare l'attività, la stessa scelta della localizzazione del locale dovrebbe quindi sempre prevedere un’analisi su come impatterà acusticamente verso il vicinato, il tipo di attività che si vuole realizzare influisce sulla necessità o meno di montare un isolamento acustico specifico partendo dalla collocazione urbanistica e dalla tipologia dell’edificio.

In fase di acquisto o di affitto dei locali sarebbe opportuno richiedere se sono stati studiati i requisiti acustici passivi dell'edificio, questo è obbligatorio per le nuove abitazioni ma molti comuni chiedono il rispetto dei limiti di legge anche per le ristrutturazioni. Quindi può essere un aiuto in fase iniziale partire con il piede giusto assicurandosi che lo spazio che si vuole occupare sia consono all’attività che si vuole condurre.

 

Consigli all'amministrazione comunale

Le zone delle città densamente popolate e i locali estivi all’aperto sono spesso le situazioni più delicate, richiedono una cura doppia dei dettagli e spesso una dialettica tra il comune e gli esercenti.

Le zonizzazioni acustiche e quindi i piani di governo del territorio devono essere realizzate in modo pratico, pensando a questa realtà che coinvolge molti Italiani.

E' inutile classificare in zona esclusivamente residenziale (con severi limiti assoluti notturni) le vie e le piazze dei ritrovi serali e continuare a dare licenze per nuove attività incrementando il problema.

Il piano di zonizzazione acustica deve a nostro avviso definire delle zone della città in cui si possa prevedere l'attività serale e notturna con persone all'aperto che inevitabilmente fanno rumore, deve individuare degli orari specifici per la musica, e prevedere delle possibilità di deroga a chi organizza eventi musicali e culturali e favorisce il ritrovo delle persone.

 

Approfondimenti

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