|
|
Quale futuro attende l’Acustica in Edilizia? Ottobre 2010 - A cura di Lorenzo Rizzi di Suonoevita.it
Consultando i giornali e le comunicazioni su internet delle ultime settimane si sono lette molte voci discordanti sulla nuova normativa acustica per l'edilizia ora in discussione dal legislatore e di cui si attende una rapida applicazione. Una informativa spiegava che una lobby legata al mondo della costruzione si è mossa per criticare l'esito del lavoro fatto negli ultimi tre anni dalla UNI sulla classificazione acustica degli edifici. In questo caso lo spauracchio è uno dei migliori e si riferisce ovviamente al portafoglio dei proprietari di case, paventando una possibile diminuzione del valore degli immobili, dei costi maggiori e la molto 'odiata' parola burocrazia. A mio avviso i motivi dietro questo 'fuoco di fila' sono altri: il primo è che la nuova classificazione acustica porterebbe finalmente una ventata di aggiornamento nel mondo dell'edilizia, sia tecnologico che nel controllo del processo di costruzione che in Italia è ancora oggi, troppo spesso, ancorato a tecniche costruttive piuttosto tradizionali. L’applicazione della nuova “direttiva” avvicinerebbe il “prodotto casa” ad altri prodotti commerciali e industriali oggi in commercio dove esistono garanzie definite da parametri quantificabili. Questo concetto è stato già accettato dalle imprese edili più giovani e innovative con entusiasmo, prima dell'applicazione della certificazione energetica, per esempio come ha dimostrato il sistema Casa Clima. Le imprese più moderne si sono già interessate per applicare la norma quando era in fase di ultimazione. Di fatto il settore dell'acustica e una parte del settore dell'edilizia aspetta con trepidazione l'emanazione del nuovo decreto che riorganizzi seriamente l'argomento dell'isolamento acustico in Italia. Riguardo i costi, per fare un esempio si è calcolato che il costo di una classificazione acustica di un condominio inciderà per circa lo 0.2 -0.4% del prezzo di vendita finale dell'insieme di appartamenti, valore che per avere più qualità sui nuovi immobili e visti gli incrementi degli ultimi decenni penso sarebbe apprezzato dagli acquirenti. Il comfort acustico è considerato sempre più importante in un mondo sempre più rumoroso. La privacy e il riposo delle persone sta assumendo un valore che fino a qualche decennio fa aveva solo nei paesi del nord-Europa. Si ricorda che l'incidenza complessiva sui costi di costruzione per il rispetto del vecchio decreto è stata calcolata per eccesso in incrementi massimi del 2% rispetto all'edilizia che non considerava l'acustica importante. In realtà quello che spaventa le imprese più 'conservatrici' è l'innovazione e forse la paura delle contestazioni e dei costi che queste hanno comportato negli ultimi anni. I colleghi acustici in Italia sanno che l'applicazione della norma UNI11367 porterebbe alla creazione di numerosi posti di lavoro e al necessario aggiornamento e qualificazione di tante maestranze e figure professionali, con la creazione di corsi, vendita di strumentazione e di materiali, sviluppo di nuove tecniche, e lavori di ristrutturazione ben congeniati potrebbero fungere da stimolo per la ripresa del settore edilizio. Dietro alla parola “burocrazia” pare, invece, celarsi la paura di avere dei limiti certi finali, misurabili e quantificabili facilmente dalle orecchie degli acquirenti e dagli strumenti dei tecnici, quindi contestabili. Il tentativo di sospensione del vecchio D.P.C.M. 5/12/1997 e il suo non aggiornamento in questi 14 mesi hanno fatto purtroppo pensare al rischio di tornare alla mancanza di regole e controlli degli anni '60-'70-'80-'90 in cui gli edifici sono stati costruiti di fretta e spesso male. Diversamente a quanto può avvenire con gli edifici costruiti prima degli anni '50 i quali hanno spesso delle buone prestazioni acustiche che possono essere ottimizzate con piccoli interventi, come si sta facendo con le ottimizzazioni energetiche. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato invece che dall'applicazione del suddetto decreto nel 1998 al 2008 le prestazioni acustiche degli edifici erano costantemente migliorate. Quanti criticano i limiti scelti dalla norma UNI non tengono conto delle severe procedure di misura e di calcolo previste per ottenere i valori della classificazione. Di fatto i limiti richiesti per la classe III che dovrebbe diventare lo standard minimo richiesto sono di poco inferiori rispetto ai limiti del D.P.C.M. 5/12/1997 solamente nel caso dei limiti di facciata e del rumore generato dagli impianti discontinui. Il fatto è che il settore dell'acustica e una parte del settore dell'edilizia aspetta con trepidazione l'emanazione di un nuovo decreto che riorganizzi seriamente l'argomento dell'isolamento acustico in Italia. Un’attenzione testimoniata dalla scelta operata dal comune di Parma il quale, senza attendere gli esiti imposti dall’Amministrazione centrale, ha anticipato tutti richiedendo l'applicazione dell'UNI 11367 ai fini del rilascio del certificato di agibilità.
Per approfondimenti: - Con la certificazione acustica diminuirà il valore degli immobili? (Commenti da Confedilizia) - Poveri illusi. Che fine farà il silenzio? (Commenti da ANIT - Associazione Nazionale per l'Isolamento Termico e acustico) -
Classificazione acustica degli edifici (Approfondimenti sulla
classificazione acustica degli edifici)
| torna all'inizio |
|
|
Inquinamentoacustico.it ® 2024
Powered by Register.it
|