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Bye-bye Acustica! Speriamo di rivederci presto Ottobre 2014 - A cura di Luciano Mattevi
Dopo una lunga “sosta” abbiamo deciso di riproporci nel tradizionale appuntamento del mese, presentando alcune riflessioni sulle prossime novità che dovrebbero interessare il campo dell’acustica ambientale. Infatti, fra le numerose questioni poste al centro dell’attenzione dell’agenda di Governo, alcune di queste coinvolgono la prospettata depenalizzazione dell’articolo 659 del Codice Penale che disciplina il disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, la paventata revisione della Legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 per adattarla alle disposizioni europee in capo alla Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale e, non certo ultimo per importanza, l’ipotesi di dover accompagnare i risultati delle misure di rumore con l’indicazione dell’incertezza nella misura. Tutti temi di indubbio interesse, specie per gli addetti ai lavori, che saranno chiamati ad affrontare l’ennesimo cambiamento senza nemmeno aver avuto modo di poter apprezzare gli effetti del quadro normativo appena trascorso, in molti punti rimasto purtroppo ancora incompiuto. Tuttavia, spira aria di cambiamento, rinnovamento, un’impellente necessità di crescita. Fatto è che la crescita rappresenta una “condizione di risultato”, non una “condizione di prerogative”. Gli effetti dei buoni investimenti e del buon governo si traducono nella crescita e nella prosperità di una Nazione, che affonda le sue radici nell’innovazione e nello sviluppo delle conoscenze di una società. Sta di fatto che, per conseguire questi ambiziosi traguardi, v’è necessità di disporre di un “sistema” efficace, le cui risorse non si disperdano nei rigagnoli dell’inefficienza e della corruzione, come bene ha saputo rappresentare il Procuratore generale della Corte dei Conti in occasione del giudizio di parifica sul rendiconto 2013 dello Stato. E l’Acustica non può certo esimersi da tali primari elementi. In altri Paese europei, ma soprattutto negli Stati Uniti ed Asia dove il progresso tecnologico e scientifico hanno assunto standard di riferimento molto elevati e, non a caso, dove l’uscita dalla crisi è avvenuta in tempi molto più rapidi, le conoscenze maturate nel campo dell’acustica hanno permesso di innovare molti processi produttivi, creare nuove soluzioni - sia in campo civile che militare, inserire sul mercato nuovi prodotti, tutti elementi che portano nuova occupazione e, quindi, nuova ricchezza. I processi economici nel mondo sono oramai da tempo cambiati, e questo ha imposto di dover accelerare il passo tecnologico se si vuole rimanere agganciati alla crescita economica in atto. Non dimentichiamo che gli Stati Uniti hanno visto nel secondo trimestre di quest’anno una crescita del prodotto interno lordo (PIL) di oltre il 4%, mentre il nostro Paese nel terzo trimestre continua ad esprimere una cifra in negativo. Un simile scenario fa tornare alla mente i tristi finali di qualche film degli anni ‘20 in cui, dalla banchina di un porto, familiari, parenti e amici si radunavano a salutare coloro che, presi dalla disperazione, lasciavano il Paese in cerca di miglior fortuna, che con la mano tesa ed il fazzoletto bianco al vento salutavano la nave che, lentamente, si allontanava all’orizzonte. Oggi su quella nave si trova il patrimonio scientifico, che l’Acustica ha concorso a definire, e noi, ora come allora, ci vediamo, nostro malgrado, costretti a salutare: bye-bye acustica, …speriamo di rivederci presto!
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