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La risposta della Redazione
...La precisione aiuta la comprensione
Gli argomenti da Lei sostenuti ancorché posti su piani complanari risultano contestualizzati in ambiti assai differenti. Non è nostra intenzione assumere la difesa del dott. Mario Novo il quale, oltre ad aver dedicato gran parte della sua vita impegnandosi per contrastare i disagi causati dalle emissioni sonore indesiderate, ha certamente l’esperienza e la professionalità per rispondere alle Sue osservazioni, ma crediamo, in ogni caso, utile voler manifestare un preciso distinguo fra i termini, spesso impropriamente assunti, collegati alla definizione di “rumore”. In molti campi, fra i quali quello dell’elettronica, della fisica, della fotografia e delle telecomunicazioni, tale termine viene associato a dei fenomeni di disturbo che alterano il segnale originario, degradandolo. In acustica, invece, il rumore viene associato ad un più generico concetto di fastidio, essendo definito come “…qualsiasi fenomeno acustico che, a differenza del suono, ha carattere irregolare e non musicale o comunque viene percepito come sgradevole, fastidioso” (Il Sabatini Coletti dizionario della lingua italiana). La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riprende questo concetto, seppur in termini semplificati, assumendone la definizione di “suono non gradito”, enfatizzando quindi il ruolo soggettivo dell’ascoltatore, al quale viene attribuita la facoltà di decidere, a seconda della sensazione emotiva che da questo ne scaturisce, il grado di piacevolezza o di disturbo. Analogamente, nel Libro verde della Commissione europea si legge “…il rumore è costituito dall’insieme dei suoni che risultano indesiderati perché di intensità eccessiva, fastidiosi o improvvisi”. Di conseguenza, trattando questo sito aspetti legati all’acustica ambientale, e non potrebbe essere altrimenti considerato il nome attribuito alla testata, pare più fedele la definizione assunta nell’ambito, più propriamente “negativo”, ancorché non esclusivo fornito da altre e più svariate interpretazioni, quali quelle fornite dai futuristi di Marinetti e che, nondimeno, entrano nell’ambito di un'analisi differente da quella da noi proposta, auspicando non si debba mai concretare quanto professato dell'insigne medico igienista Robert Koch: "Un giorno, l'uomo dovrà combattere i rumori con la stessa tenacia con cui ha combattuto il colera e la peste".
Nel pieno rispetto delle Sue considerazioni, ci permettiamo di
sottoporle questa lettura “Il secolo del rumore. Il paesaggio sonoro nel
Novecento” di Stefano Pivato, non certo per ravvederla da certe convinzioni
ma, più semplicemente, per promuovere una riflessione da un punto di
osservazione differente.
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