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Maggio 2016 - A cura della Dott.ssa Elena Cipani - psicologa (sito web: elenacipanipsicologa.it)
Negli gli ultimi anni sono aumentate sempre più le ricerche che riguardano il rapporto, molto stretto, tra la mente e la musica e molti studi si sono occupati della capacità della musica di ridurre il dolore in ambito sanitario, sia in caso di interventi chirurgici che in caso di patologie croniche. In caso di interventi chirurgici sono stati fatti vari esperimenti. Si riportano di seguito alcuni esempi: - In un esperimento con pazienti sottoposti a piccole operazioni chirurgiche si è visto che la musica è efficace come i farmaci ansiolitici. Lo studio è stato svolto nel modo seguente: a metà dei pazienti è stato assegnato l’ascolto della propria musica preferita, all’altra metà sono stati somministrati farmaci ansiolitici. Sono stati registrati i dati relativi all’ansia e ai livelli dell’ormone dello stress, il cortisolo. Il risultato è stato che i pazienti che hanno ascoltato la musica hanno avuto la stessa diminuzione dell’ansia e gli stessi livelli di cortisolo rispetto a quelli che sono stati trattati con i farmaci ansiolitici. - Un altro studio ha dimostrato la capacità della musica di ridurre il dolore e l’ansia in pronto soccorso: questo studio ha coinvolto 38 pazienti che si sono presentati a un pronto soccorso con lesioni che richiedevano punti di sutura. Questi pazienti sono stati divisi in due gruppi: un gruppo si è trovato a sua insaputa in una sala con della musica di sottofondo mentre veniva sottoposto alle procedure chirurgiche. L’altro gruppo è stato trattato nel modo abituale, senza musica. I pazienti appartenenti al gruppo che ha ascoltato la musica hanno lamentato meno dolore durante l’intervento rispetto a quelli dell’altro gruppo. - Un altro esempio di riduzione del dolore riguarda la biopsia alla prostata: i ricercatori del Duke Cancer Institute in North Carolina hanno constatato che far ascoltare un concerto di Bach in cuffia ai pazienti sottoposti a biopsia alla prostata riduce ansia, disagio e senso di panico in modo quantificabile. In generale, la procedura causa un picco nella pressione diastolica che non si è verificato in coloro che hanno usato le cuffie e queste persone hanno riportato livelli inferiori di dolore percepito. - La musica permette di creare armonia in un ambiente, la sala operatoria, che normalmente e comprensibilmente trasmette ansia ai pazienti. Trasmettere la musica in sala operatoria, durante l’intervento, riduce del 50% il numero dei sedativi richiesti per i pazienti: uno studio ha stimato che la musica è efficace come 2,5 milligrammi di Valium. Quando ci si appresta ad affrontare un intervento chirurgico o una qualsiasi procedura medica più o meno invasiva, ci si trova in una situazione che determina comprensibilmente una certa dose di ansia: secondo alcuni studi la musica è risultata efficace nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico in modo maggiore rispetto ai farmaci. Questo consente di intervenire su un circolo vizioso che si verifica spesso: ansia, maggior tensione (anche muscolare), maggior dolore, maggiore ansia, e così via. Invece, dopo un intervento chirurgico, la musica aiuta a lenire il dolore permettendo di ridurre la somministrazione di farmaci antidolorifici con conseguente riduzione di effetti avversi dei farmaci come nausea e vomito. I benefici maggiori si verificano quando si inizia ad ascoltare la musica nei momenti preoperatori, per poi proseguire durante l’operazione e nel decorso post-operatorio. Non solo si riduce l’ansia, ma si riduce anche la vera percezione del dolore, soprattutto se i brani sono scelti dal paziente stesso. Come sopra anticipato, la musica viene utilizzata per ridurre il dolore anche in altri ambiti e in caso di patologie croniche aiuta a favorire il benessere fisico ed il rilassamento: - Ci sono testimonianze di persone con malattie gravi, come un tumore, che può causare forti dolori in varie parti del corpo, che grazie alla musica sono riuscite a trovare un certo sollievo. - L’ascolto della musica può aiutare anche in caso di patologie come l’artrite reumatoide e l’osteoartrite: alla Cleveland Clinic Foundation negli USA è stato svolto un esperimento: 30 pazienti malati di artrosi e reumatismi sono stati sottoposti ad un’ora di musica al giorno per sei mesi consecutivi, in contrapposizione ad un altro gruppo di altrettanti pazienti che non riceveva alcuna terapia alternativa ma solo quella tradizionale. La musica è stata scelta dai singoli pazienti in base ai propri gusti: il gruppo sottoposto all’ascolto riferiva una diminuzione del dolore fino al 21% d’intensità, con uno stato di depressione ridotto di circa il 25%. Questo risultato è due volte positivo perché c’è stato un miglioramento non del solo dolore ma anche dell’umore dei pazienti. Attraverso l’ascolto della musica, la percezione del dolore risulta minore tanto più la musica produce sensazioni psicologiche piacevoli: favorisce il rilassamento muscolare e l’elasticità dei muscoli. Se la tensione muscolare diminuisce, le articolazioni subiscono minore pressione e si percepisce di conseguenza meno dolore. Inoltre, ponendo sempre più l’attenzione verso ciò che si ascolta, anche il pensiero viene distratto dalle sensazioni dolorifiche. Gli effetti di riduzione del dolore sono stati osservati anche in sala parto, per quanto il parto sia un evento del tutto naturale e non una malattia: le madri che hanno beneficiato della possibilità di ascoltare musica hanno richiesto una somministrazione ridotta di farmaci antidolorifici perché la musica ha favorito il rilassamento e la visualizzazione di immagini positive con una influenza benefica sia nelle fasi di dilatazione sia per quanto riguarda il posizionamento corretto del bambino. Oggi si sa che la musica ha una serie di effetti fisiologici e psicologici: influisce sulla frequenza cardiaca e respiratoria, sulla pressione arteriosa, sulle contrazioni dello stomaco e i livelli ormonali, sui ritmi elettrici del cervello. La musica ha un effetto calmante, riduce la tensione muscolare, migliora l’umore, migliora il sonno, riduce il livello di stress. Sembra che questo sia possibile perché la musica permette di ridurre il cortisolo (ormone dello stress) e favorisce la produzione di ossitocina (ormone della felicità) e di serotonina, neurotrasmettitore che aiuta, tra le altre cose, il buon umore, il riposo, l’appetito. Sono tutti fattori che hanno in comune il fatto di migliorare la qualità della vita. Ascoltare la musica che amiamo stimola alcune aree del cervello che innescano il piacere. Per avere effetti benefici bisognerebbe ascoltare la musica che piace, soprattutto se il ritmo è regolare e si avvicina a quello del cuore, con un volume adeguato alla situazione. L’utilizzo dalla musica come aiuto nel controllo del dolore ha il vantaggio di essere un mezzo non invasivo, privo di effetti collaterali. La musica è quindi, oltre fonte di piacere, un mezzo per agire sul proprio benessere.
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