L'estate è periodo di feste, divertimento,
spesso accompagnato da musica, aggregazione di persone e questo comporta
inevitabilmente un aumento anche consistente del rumore ambientale. Ciò
che invece non smette di stupire è come, a fronte di questa condizione,
non ci si adoperi per limitarne almeno gli eccessi nei luoghi in cui
coesistono anche altre, peraltro preminenti esigenze, quelle dalla
quiete e del riposo notturno.
La normativa amministrativa in materia di
inquinamento acustico in capo alla L.447/95, riconosce ai Comuni il
principale ruolo di gestori del rumore, attribuendo ad essi una serie di
poteri volti a gestire, controllare e quando necessario
ridurre quei rumori eccessivi o che eccedono le soglie previste dai
rispettivi regolamenti o dalla normativa di riferimento,
specificatamente in capo al d.P.C.M. 14 novembre 1997, recante "Determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore".
In particolare, il Comune potrebbe
intervenire attraverso la regolamentazione degli apparecchi di
diffusione sonora; può ordinare la temporanea chiusura anticipata di
quelle attività che contravvengo reiteratamente alle disposizioni
impartite; tutto ciò nel tentativo di cercare di contemperare i contrapposti
interessi derivati da una lato dalla tutela della tranquillità e del
riposo delle persone, dall'altra dalla salvaguardia delle attività
locali.
Negli ultimi anni tali fenomeni rumorosi si
sono sempre più diffusi e le città e le località turistiche sono
diventati meta di ritrovi all'aperto, in ambiti nei quali spesso mettono
a dura prova la sopportazione dei residenti
Tuttavia, risulta improponibile voler
separare l'ordine sociale dalle abitudini culturali, giacché è in tale
delicato contesto che si traggono origine le maggiori criticità. Per
questo, sarebbe auspicabile dapprima attendersi una modifica di quei
comportamenti contrari al decoro, all'ordine e alla quiete pubblica e solo poi
passare alla definizione di regolamentazioni efficaci con i quali
tentare di arginare eventuali eccessi. Altrimenti, la prevaricazione di
molti, va' a scapito della sicurezza di pochi. Ne è un esempio, un
recente fatto di cronaca in cui nel centro storico di una cittadina del Nord-Italia un'auto dei Carabinieri è stata assalita da un gruppo di
avventori che si sono scagliati contro i militi intervenuti per tentare
di sedare le urla e gli schiamazzi lamentati dai residenti della zona.
La buona educazione, un accresciuto senso
civico ed il diffuso rispetto delle esigenze degli altri, offrirebbero
già di per sé quanto è utile, o fors'anche risolutivo, per evitare l'insorgere
di tali fenomeni. Tuttavia, in carenza di ciò, l'azione degli Organi
dello Stato non
può desistere dall'impegnarsi ad utilizzare quanto è in Suo potere per
fronteggiare tutti quei comportamenti che sono contrari alla
salvaguardia della salute delle persone.
Come ciò sia possibile basterebbe
trarne spunto dal recente
articolo dell'Avv. Durelli inserito nel "Caso del mese" di
Agosto dal
titolo "Responsabilità
penale del gestore per gli schiamazzi degli avventori all’esterno del
locale" che offre una panoramica chiara ed esauriente di come le
Autorità locali (Comuni) possono intervenire per rispondere ai disagi
lamentati dalla popolazione disturbata dal rumore.