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Effetti del rumore
Alterazioni fisiche e psicofisiche indotte da un'esposizione eccessiva al rumore
L'inquinamento acustico prodotto dal traffico, dall'industria e dalle attività ricreative costituisce uno dei principali problemi ambientali e suscita sempre più reazioni da parte della popolazione. Ciò nonostante, tale problematica è spesso considerata meno importante di altri inquinanti, quali per esempio l'inquinamento atmosferico e delle acque, sia perché gli effetti sulla salute non compaiono immediatamente, sia perché tali effetti colpiscono soprattutto la psiche dell'individuo, molto spesso considerato male di second'ordine. Tuttavia, è molto difficile quantificare a priori gli effetti del rumore, poiché variano notevolmente a seconda della tolleranza individuale e della tipologia. Uno degli studi più esaustivi in materia è dato dalla relazione dell'O.M.S., intitolato "Community Noise - Environmental Health Criteria", da cui risulta che l'esposizione al rumore nell'ambiente esterno può provocare una serie di effetti negativi diretti quali insonnia, danni fisiologici uditivi e extrauditivi - prevalentemente di tipo cardiovascolare -, difficoltà di comunicazione e malessere diffuso. In particolare, le sintomatologie più diffuse possono essere così distinte:
Disturbi di carattere generale Effetto meno specifico, ma pur sempre grave, dell'inquinamento acustico è il fatto che il rumore semplicemente disturba e infastidisce. Tale sentimento non è solo conseguenza di un sonno disturbato o dell'impossibilità di comunicare normalmente, ma dipende altresì da sensazioni meno definite, quali il sentirsi disturbato e impedito nello svolgimento delle proprie attività e finanche nel riposo.
Disturbi della comunicazione I livelli di rumore che spesso si raggiungono per strada, nei giardini, sui balconi, interferiscono con la comunicazione. All'interno degli edifici, ove il livello continuo di rumorosità esterna raggiunga 70 dB(A), il rumore è tale da obbligare gli occupanti a chiudere le finestre per comunicare e mantenere così di buon livello il grado di intelligibilità della parola.
Disturbi del sonno I disturbi del sonno possono manifestarsi già a livelli relativamente contenuti (attorno ai 30 dB(A)), specie in presenza di rumori stazionari continui. In situazioni particolari, si osservano disturbi del sonno anche a livelli inferiori. La ricerca dimostra altresì che nelle ore notturne, ove non siano rispettati i valori raccomandati, si possono manifestare sintomi quali malumore, stanchezza, mal di testa e ansia.
Effetti extrauditivi La letteratura sull'argomento tratta diffusamente tali effetti del rumore che sono per lo più di tipo psicofisiologico. I più importanti, si manifestano sotto forma di stress fisiologico e reazioni cardio-vascolari a livelli più elevati. Sono stati tuttavia osservati e documentati anche effetti sulla salute mentale e sull'efficacia e la produttività. Oltre agli effetti sopra descritti, esistono poi una serie di fenomeni lesivi all'apparato uditivo che rientrano nel campo di applicazione delle norme di sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro, in quanto riconducibili ad esposizioni continuate a rumori di intensità eccezionale (>75 dB(A)), difficilmente riscontrabili negli ambienti di vita. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha recentemente pubblicato una guida sull’esposizione al rumore e gli effetti potenziali sulla salute, redatta dall’Expert Panel on Noise, un gruppo di lavoro che coadiuva l’Agenzia Ambientale Europea e la Commissione Europea nell’implementazione e sviluppo di un’efficace politica antirumore in Europa (» vai al documento). Il documento fornisce una chiara indicazione di come l'esposizione al rumore possa influire sulla salute e sul benessere delle persone. L'esposizione al rumore porta, dunque, molte persone a sviluppare "sentimenti" negativi e una parte di questi manifestano stress. Le reazioni possono via via determinare effetti sempre più gravi, a partire dal cambiamento della fase del sonno e altri di tipo biologico, oltre ad effetti biofisici. Questi possono a loro volta, aumentano i fattori di rischio come la pressione arteriosa. Non è da escludere che, per una parte relativamente piccola della popolazione, questi fattori possano poi svilupparsi in sintomi clinici, come l'insonnia e le malattie cardiovascolari che, di conseguenza, può anche aumentare il tasso di mortalità.
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