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Un appello a chi dovrà governare la ripresa del Paese

Febbraio 2013 - A cura di Lorenzo Rizzi

 

Oggi si parla molto di migliorare il sistema del nostro Paese. Si leggono molti programmi ma sono pochi quelli che entrano nel pratico e nessuno tocca aspetti tecnici, come quello dell’acustica.

In questo breve articolo desidero proporre un po’ di idee semplici prese dalla mia esperienza professionale (nel "piccolo mondo dell’acustica") che permetterebbero di migliorare il sistema Italia rendendolo più vicino ai nostri vicini Europei e, perché no, permettendo di creare lavoro e opportunità commerciali.

Il punto di partenza, come in tutto, è che bisogna per forza superare lo status quo, a parer mio alla fine i cambiamenti saranno comunque per il meglio se pensati per tutti e non per aiutare piccoli gruppi di interesse come si è spesso fatto.

 

L’acustica ambientale - il disturbo da rumore

Le ultime leggi in fatto di acustica ambientale varate dal 2009 a oggi hanno di fatto complicato la regolamentazione e sottratto lavoro a tecnici e alle imprese del settore. Il principio secondo cui chi inizia una attività deve impostarla bene è giusto e va difeso: l’imprenditore deve assicurarsi che la sua attività rispetterà il prossimo e quindi che si debba organizzare e predisporre gli spazi di conseguenza (ricordo che l’insonorizzazione costa sempre molto meno se si parte da subito, piuttosto che metterci dei rattoppi dopo). Un incentivo fiscale per le bonifiche acustiche sarebbe una già buona idea.

La pubblica amministrazione, mi riferisco ora ai comuni, deve imparare a gestire meglio lo strumento urbanistico che è il Piano di Zonizzazione Acustica per far convivere chi riposa con chi lavora la sera e la notte. In molti paesi europei si è usata l'occasione del recupero delle zone industriali e dismesse per creare le zone del divertimento notturno così che quelle dell'aperitivo chiudano letteralmente i battenti alle 22 e la movida traslochi. Il sospetto è che nel nostro paese sia stata la speculazione pura a farla sempre da padrona. La gestione degli spazi e degli orari deve essere chiarita sempre di più con norme comunali chiare e specifiche, bisogna favorire le attività che rispettano i limiti e soprattutto quelle che nasceranno nelle zone in cui si sceglie di sviluppare le attività notturne. Promuovere un cambiamento significa pianificare un processo che durerà 5 o 10 anni, ma che si tirerà dietro investimenti e opportunità per molte persone. E' fondamentale che si pongano delle regole che tutelino anche la musica dal vivo in senso lato, che permettano ai comuni di favorirla rispettando orari e regole che limitino il disturbo alla popolazione, nei luoghi appropriati. Finora l'applicazione delle leggi ha teso a deprimere molti tentativi di creazione e ha contribuito a spegnere molti fermenti creativi, evidenti negli anni '90 e 2000.

I giudici e le ARPA devono avere dei paletti tecnici certi e pragmatici per valutare le situazioni di disturbo: si deve tutelare la salute di chi abita, ma soprattutto oggi, anche il lavoro legato a chi disturba. Quindi il legislatore dovrà affiancarsi a pannelli tecnici larghi e competenti sulle questioni pratiche.

Le recenti proposte di diminuire il rumore degli automezzi seguono una spinta già presente da anni negli Stati Uniti. Ricerche mediche finanziate anche dalla comunità Europea hanno dimostrato che l'inquinamento da rumore peggiora la salute e la qualità della nostra vita. Certamente lo spazio urbano oggi è troppo rumoroso rispetto a quello che l' "animale uomo" è programmato per sopportare.

Spinte legislative opportune porterebbero lavoro nella ricerca e sviluppo di nuovi automezzi e apparecchiature rumorose che usiamo tutti i giorni.

 

L'acustica edile - l'isolamento delle case

La regolamentazione sui requisiti acustici passivi (l'isolamento da rumore per semplificare) necessita una seria manutenzione perché la legge del 1997, utilissima per migliorare tecnologicamente il Paese dopo decenni infami, ha dimostrato ampliamente di essere poco chiara e imprecisa in molti aspetti.

L'idea di fare una certificazione acustica per gli edifici è ormai necessaria: le case sono dei prodotti come le automobili e quindi chi spende deve avere delle garanzie, in primis sul proprio riposo, tuttavia anche chi costruisce deve avere garanzie sui costi e sulla protezione dal contenzioso se ha lavorato bene.

I professionisti devono avere garanzie di poter fare bene il loro lavoro, se si guarda a come è gestita la classificazione energetica si capisce che l'enorme spinta verso il basso dei prezzi degli studi tecnici è oggi una garanzia che il lavoro sarà fatto di fretta e spesso male. I pochi controlli sulle dichiarazioni di certificazione energetica hanno fatto sì che quel lodevole meccanismo delle detrazioni fiscali sia stato gestito anche con molti espedienti.

Gran parte delle case Italiane sono oggi acusticamente gravemente insufficienti, c'è quindi una grande opportunità di riqualificare le abitazioni, quindi di creare un nuovo meccanismo di detrazione per dare lavoro a tecnici, imprese e fabbriche. Dato che le misure acustiche "non perdonano", nel senso che è facile sbagliare ed è facile dimostrare il non rispetto dei limiti, la legge deve essere ben pensata.

La Classificazione Acustica dal 2011 è solo una norma tecnica, è molto ben congeniata dal punto matematico ma deve essere assolutamente completata per renderla ancora più pratica: si deve rispettare il riposo di tutte le persone di un condominio, ma essere più permissivi per altri ambienti, si deve trovare il modo di evitare contenziosi fittizi, per esempio legandola a stretto giro con il clima acustico esterno.

E’ importante che la nuova legge sia pensata sull'esperienza pratica di chi ha seguito molti contenziosi, oggi la norma UNI non è stata promossa a Legge per questi limiti.

 

L'educazione pubblica e professionale

Nell'educazione è necessario portare l'acustica nelle Università, siamo uno dei pochi Paesi avanzati dove non esiste una seria specializzazione in acustica per ingegneri e per architetti. Lo stato dovrebbe investire sui giovani, educandoli bene, e invogliandoli alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti e di nuove forme di impresa, due cose in cui nonostante tutto siamo sempre stati bravi.

L'Università è certamente importante, ma si deve oggi facilitare il lavoro dei privati se questo ha una spinta migliorativa. Sono necessari corsi sempre più specifici per i professionisti (molti di validi e di meno validi ne sono nati) ma anche per altre categorie.

Bisogna anche creare e separare i ruoli chiari perché in Italia soffriamo della malattia della "tuttologia": troppe persone come minimo sono architetto-ingegnere-muratore-falegname-ragioniere-avvocato-imprenditore.

Il tecnico acustico del futuro potrà intervenire su molti aspetti della vita delle persone se si vuole progredire e migliorare il Paese attuale, se tutto sta fermo è ovvio che la crisi non finirà facilmente.

 

Molti diranno che sono tante belle parole e tanti bei sogni, io dico che se non ci si mette al lavoro individualmente non si ottiene niente, che bisogna supportare chi vuole agire sul pratico e non perdersi a guardare la luna.

Concludo e ribadisco che essendo il nostro Paese avvezzo al contenzioso le leggi devono essere ben pensate perché le responsabilità e i compiti di tutte le parti in gioco siano molto chiari, così come le regole da rispettare.

Conosciamo bene i difetti del sistema attuale e quindi possiamo facilmente scriverne uno migliore, quali sarebbero i benefici? Salute migliore per tutti, un ambiente meno rumoroso e città più appetibili agli Italiani e anche ai turisti, attività più moderne e più confortevoli, nuovi posti di lavoro, risparmio e migliore utilizzo della spesa pubblica e del denaro privato.

 

 

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